lunedì 3 novembre 2014

Damien Rice Live @ Milano 23 Ottobre 2014


L’avevamo lasciato dopo gli aftershow dei concerti italiani e lo ritroviamo 2 anni dopo  ancora gioviale, pronto alla battuta mentre scherza con il suo pubblico ed ancora da solo con la sua chitarra.
Una novità, però, c’è: è in arrivo un album a distanza di ben 8 anni dal precedente “9”.
E dopo averlo annunciato, Damien ha intrapreso una breve attività di tour in solitario che ha toccato dapprima gli USA ed il Canada, e poi l’Europa iniziando proprio dal nostro paese.
A distanza di 2 anni dal precedente tour che aveva toccato 4 città, Grado, Ferrara, Firenze e Roma, eccolo al Linear4Ciak di Milano.
Concerto sold out in pochi giorni di prevendita con l’attesa spasmodica dei suoi fans giunti da tutta la penisola e non solo.
C’era attesa per poter ascoltare le nuove composizioni, anche se, a dir la verità, alcune erano già state presentate nei precedenti tour.
Ed è proprio con una di queste che apre il concerto.
Damien si avvicina al microfono ed attacca la prima strofa della stupenda The Greatest Bastard, lasciando già senza parole.
Ed lui si adatta all’atmosfera perchè, senza proferir parola, continua con la sua chitarra proponendo Delicate, Woman Like A Man ed Elephant, prima di una intensa Nine Crimes, con i suoi “NO” urlati nel microfono, che si rivelerà essere l’unica suonata la piano.
Un Damien rilassato e gioviale, come quello lasciato 2 anni fa, come si diceva che, ritornato alla sua chitarra prima di intonare The Professor et la Fille Danse  inizia ad intrattenere il pubblico raccontando del suo scrivere canzoni (la maggior parte sono bugie), di attrazione fisica e spermatozoi.
E a testimonianza ulteriore di aver rotto il ghiaccio e per render partecipi quanti sono lì solo per lui, divide in tre parti il pubblico per farsi accompagnare nella successiva Volcano.
Le luci si spengono e Damien dice di voler fare qualcosa di opposto: dalla coralità della precedente esecuzione al silenzio, quasi mistico, di una sempre bella Cannonball, prima della quale chiede di spegnere anche spie e amplificazione per una versione unplugged suggestiva ed intensa  cantata quasi in bilico al bordo del palco.
Seguono Older Chest  e la nuova I Don’t Want To Change You  che guadagna spessore e interesse rispetto alla versione già nota in studio e che aveva lasciato non poche perplessità tra i fans.
Nella parte finale il crescendo termina con un” We Will Rock You” urlato tra la sorpresa e l’ilarità del pubblico che apprezza e lo dimostra con un lungo applauso.


Dal palco parte la richiesta se vi sia una ragazza che… ma non termina la richiesta che una voce si leva dicendo che la madre conosce Cold Water e vuole cantarla con lui.
Dicono di esser arrivati lì dalla Spagna e così Damien invita madre e figlio sul palco e dopo aver fatto spegnere le luci, parte un duetto pieno di pathos e che, a dir la verità, più che una carrambata sembra una cosa preconfezionata per quanto (quasi) perfetta.
La prima parte non può chiudersi in maniera migliore con la classica I Remember.


Ma sono i bis che rendono il concerto memorabile e che giustificano il prezzo del biglietto ed i sacrifici dei fans arrivati da più lontano.
Si parte con Colour Me In, brano nella miglior tradizione Riceana, anch’esso nel nuovo album, che lascia senza parole e con gli occhi inumiditi.


Dopo la simpatica parentesi di My Favourite Faded Fantasy (cantata in parte non in falsetto come nella versione ufficiale) che Damien deve, evidentemente, ancora imparare visto che a metà dimentica il testo, 


la dolcezza ed i brividi e le lacrime continuano con l’inedita Trusty And True, cantata con l’ausilio del coro Barbarossa di Lodi ed introdotta da un lungo prologo sulle varie personalità che albergano in ognuno di noi.
Cosa dire? Come definire questa lunga versione se non con una parola semplice ma al contempo unica per esprimere l’incanto: bella!
Gli applausi sono strameritati e sembrano non finir mai.
Damien lascia il proscenio al coro che si esibisce in una cover a cappella di All I Have To Do Is Dream degli Everly Brothers e torna per un’ultima canzone: e quale può essere se non quella che lo ha consacrato?
Il pubblico esplode alle prime note di The Blower’s Daughter in cui trova, come in altre occasioni, posto anche qualche verso di Creep.
L’esecuzione è corale, con partecipazione totale del pubblico che conosce ogni singola parola, ogni inflessione di questo brano.
Alla fine saluta il suo pubblico promettendo di tornare (prossimo tour? Prossimo anno?) e noi, puoi giurarci Damien, ci saremo ancora una volta e se sarai di nuovo da solo con la tua chitarra o full band e magari con una sezione di archi non importa più di tanto.
E non importa se riproporrai ancora ed ancora The Blower’s Daughter, per il tuo pubblico il "tuo" concerto sarà sempre l’evento più atteso.

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