venerdì 11 febbraio 2011

Filippo Graziani canta Ivan (Intervista)

Ivan graziani manca da 14 anni. Uno dei figli, Filippo ha voluto ricordarlo ieri sera a l'Officina, in un curioso miscuglio di domande e canzoni. Davanti ad una settantina di persone parla di sè e di un chitarrista scappato in cerca di storie e personaggi. Poi, senza alcuna amplificazione, intona un monna lisa monna lisa. La voce nel falsetto del ritornello è ricordo tramandato nel sangue e mentre ammette d'essere pigro magari qualcosa d'Ivan aleggia nell'aria.

- Filippo, cosa resta di più delle opere di tuo padre alla città, al Paese?

-
Mio padre ha sempre cercato di fornire un punto di vista alternativo rispetto al cantautorato classico di qualità. Magari un'attenzione musicale maggiore che in altri nel raccontare le sue storie. Tenevo a sottolineare questo anche prima, durante l'incontro, l'esigenza di narrare, l'aspetto umano e letterario più che politico. Parliamoci chiaro negli anni '60,'70 l'adesione al partito era un veicolo per suonare nelle feste de l'Unità. Questo spiega le passioni di molti musicisti.
-Questa città si dimostra sempre affezionata ad Ivan.
-Fa sempre un gran piacere, nonostante l'abruzzese, per certi versi, sia sorprendente. Si vede che ha dentro mille cose, poi ne mostra la metà all'esterno.

-Cosa hai in programma per il futuro?

-A metà dell'inverno prossimo sarò in tour con il mio nuovo progetto. Presenterò il disco da solista che si muoverà su sonorità che potremmo definire folk elettroniche. Inoltre sto cercando di unire diverse realtà musicali italiane d'eccellenza in un tributo a mio padre, finora componenti di Marta sui Tubi e del Teatro degli Orrori mi han dato la loro disponibilità.

-Quanto è gravoso il tuo cognome nella tua attività artistica?

-Non è mai facile sopportare le aspettative, per un figlio d'arte sono sempre maggiori. D'altra parte resta un bellissimo stimolo, una sfida continua.


Alcune birre dopo mi sta raccontando della difficoltà ad organizzarsi con le passanti che conosce dopo aver posato la chitarra. Qualcuno stappa un prosecco.



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