Non è usuale ritrovarsi in un centro commerciale per assistere ad un concerto pomeridiano.
Noi, abituati ad attendere fino a mezzanotte passata per vedere movimento su un palco.
Ed invece si arriva verso le 17.30 e si fanno le corse perché lo si sente già cantare…ma è un falso allarme…si tratta del soundcheck.
Scende dal palco e un gruppetto di persone (90% donne) lo avvicina per le solite foto di rito e la richiesta di autografi che chiediamo pure noi.
Ma Mauro è stanco (e, credetemi, lo si vede lontano un miglio) e ci chiede di attendere la fine del concerto.
La gente prende posto di fronte al palco e, guardandosi intorno, si scopre che, come detto, la maggior parte è formata da donne, più di qualcuna “ragazza” degli anni 60 (ah, la forza della TV e della “riviera dei fiori…”).
Ritorna dopo un’oretta e risale sul palco accompagnato dai suoi fidi musicisti e, da buon “ruffiano”, apre la sua breve (ma intensa) apparizione in quel di Teate, con il brano che, attraverso il festival, lo ha fatto conoscere alla maggior parte delle persone lì presenti.
IO CONFESSO acustica, senza le orchestrazioni perde in impatto sonoro ma guadagna in intensità.
E’ strano come un artista, arrivato quasi ai 50 anni, possa di colpo trovarsi al centro dell’attenzione di tanta gente, molta che non sa chi siano i LA CRUS ed ignora le “meraviglie” contenute in opere come DIETRO LA CURVA DEL CUORE oppure OGNI COSA CHE VEDO, ed essere catapultato in un successo “nazional-popolare” dopo anni di sacrifici.
Noi, fan della prima ora, abbiamo amato i LA CRUS, amiamo la loro musica minimale, senza tempo, le loro parole che colpiscono il cuore e l’anima e se Joe, così lo chiamiamo noi, riesce ora a raccogliere i frutti di tanti anni, siamo strafelici.
Meglio lui che qualcun altro, senza ombra di dubbio.
Il successo sanremese viene accolto all’inizio ed alla fine da una autentica ovazione.
Ad essa segue la cover di SOLITARY MAN (Neil Diamond) che un giovanissimo G. Morandi aveva portato al successo con il titolo di SE PERDO ANCHE TE, negli anni in cui tanti artisti nostrani si cimentavano nell’adattamento in italiano di hits d’oltremanica/oceano.
Ancora cover, con BANG BANG (successo sempre anni 60 della coppia SONNY & CHER e di NANCY SINATRA) eseguita in italiano, tra gli altri, da l’EQUIPE 84 e DALIDA.
Joe “spara” i suoi BANG BANG dritti nel microfono, sceneggiando anche il tutto.
A questo punto arriva il momento più emozionante.
Ridotta all’essenziale, DESIO (IL RUMORE DEL MONDO) assume la sua veste perfetta.
Il pathos che Mauro riesce a trasmettere è difficile da raccontare.
Un brivido corre lungo la schiena…
Basterebbe questa e la seguente UN GAROFANO NERO, per noi irriducibili, per giustificare la presenza.
Un passo indietro e Mauro ci ricorda che, prima di HO SOGNATO…, ha inciso un altro CD solista, da cui sceglie la title-track, UN CUORE A NUDO.
Al termine si torna alle covers. E basta! Si direbbe… Invece ecco 2 covers che non ti aspetti.
Introdotto da un testo recitato, con la macchina del tempo veniamo catapultati addirittura negli anni 30. VITTORIO DE SICA l’aveva resa famosa ed ora, a distanza di 80 anni (!), e dopo i fasti sanremesi, Joe ci (ri)esegue, riadattandola, PARLAMI D’AMORE MARIU’.
Subito dopo, viaggiando di nuovo nel tempo, si ritorna ai primi anni 60.
ELVIS ce l’aveva fatta conoscere e tanti, ma proprio tanti (SPRINGSTEEN, U2, UB40 ecc.) l’avevano ripresa in seguito.
Un colpo al cuore e…
Wise men say
Only fools rush in,
But I can't help
falling in love with you.
(I CAN’T HELP) FALLING IN LOVE WITH YOU ci emoziona di nuovo.
Cover bellissima ed inaspettata!
Il (mini)concerto si conclude, così come il suo recente album, con NEIL ARMSTRONG.
Joe ci ringrazia e saluta ma poi ritorna per un bis che, soltanto "noi" ci aspettiamo mentre il resto dell’audience, non aduso ai concerti, si è già alzato per correre dietro il palco a salutarlo.
Allora ecco che, ruffianamente (again) Joe riesegue IO CONFESSO e saluta, definitivamente, il pubblico.
Al termine aspettiamo che le ammiratrici dell’ultim’ora sfollino, per scambiare 2 chiacchiere e farci autografare il primo ed omonimo CD, oppure DIETRO LA CURVA DEL CUORE dei LA CRUS.
E lui, disponibilissimo, firma, ringraziando per la nostra presenza.
Che dire? Ci saremmo aspettati almeno un brano dei LA CRUS (glielo abbiamo anche “rinfacciato”)…sarebbe stato meglio ascoltarlo in un piccolo club, in un teatro…sarebbe stato meglio un “vero” concerto…ma va bene così: le emozioni le abbiam avute.
Joe è riuscito ad umanizzare un posto che umano non è, a dare un’anima ad un posto che non l’ha…
Basta questo per dirgli grazie ed aspettare che, come ci ha promesso, ripassi a breve da queste parti.
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