Ero in bagno e stavo facendo i mie bisogni quando Flavio mi bussa alla porta per chiedermi se volevo andare al posto suo a vedere Russian Circles, dopo un' ora ero già dentro l'Electric Ballroom a Camden Town. Incuriosito anche per l'apertura del concerto da parte di Chelsea Wolf ho accettato ben volentieri di sostituire il mio coinquilino febbricitante. Arrivo dunque alle sette in punto, una volta entrato in sala mi dirigo subito verso il banchetto dei dischi e come promesso acquisto il nuovo disco della band statunitense a Flavio, dopo mezz'ora sale sul palco Chelsea Wolfe. Ad anticipare la performance un lungo drone con sviolinate, che hanno alleggerito l'attesa e creato un po' di pathos e mentre il pezzo si faceva sempre più incalzante salgono sul palco bassista, batterista e chitarrista che irrompono sovrapponendosi al drone di apertura con un pezzo in chiave post-rock, le luci sono soffuse e dal fumo ecco comparire Chelsea Wolf, con abito scuro e velo sulle spalle bianco, imbraccia la chitarra e senza accennare ad alcuna emozione propone i brani del nuovo album Pain is Beauty.
Il suo live è immediatamente coinvolgente ed è stata una sorpresa avere dinanzi una band completamente diversa da quella ascoltata negli album, l'assetto live di questa band di apertura non si discosta dalle sonorità dei Russian Circles, aggiunge un po' di enfasi attraverso il cantato malinconico dannatamente simile a Pj Harvey. Anche se le atmosfere sono tipicamente gothic rock ogni brano eseguito viene contaminato da generi differenti che spaziano dallo stoner al folk, alla darkwave. Dopo un ora di concerto la cantautrice californiana lascia il palco alla band di Chicago.
La sala nel frattempo è piena e nel cambio palco gli stessi tre membri dei Russian Circles si sistemano la strumentazione, dopo venti minuti è già tutto pronto ed anche la loro esibizione è anticipata da un lungo brano in chiave sperimentale ad accompagnare l'attesa in platea. La band sale sul palco in un atmosfera completamente buia, ed in apertura partono sparati con la potentissima Harper Lewis che carica la sala, con un sound corposo, e quanto arrivano i primi sussulti metal del brano si accendono subito i primi poghi. Dopo una manciata di brani nuovi e vecchi, su di loro nessuna luce puntata, la band suona al buio e riesco a scorgere il chitarrista eseguire i tanti tapping spesso ad occhi chiusi, come nel brano "Death Rides a Horse" che per la tanta potenza ad un tratto anch'io ho chiuso gli occhi facendomi trascinare dalle alte frequenze, poi li ho riaperti e mi sono chiesto che cazzo ci faccio qui per dio?
La sala nel frattempo è piena e nel cambio palco gli stessi tre membri dei Russian Circles si sistemano la strumentazione, dopo venti minuti è già tutto pronto ed anche la loro esibizione è anticipata da un lungo brano in chiave sperimentale ad accompagnare l'attesa in platea. La band sale sul palco in un atmosfera completamente buia, ed in apertura partono sparati con la potentissima Harper Lewis che carica la sala, con un sound corposo, e quanto arrivano i primi sussulti metal del brano si accendono subito i primi poghi. Dopo una manciata di brani nuovi e vecchi, su di loro nessuna luce puntata, la band suona al buio e riesco a scorgere il chitarrista eseguire i tanti tapping spesso ad occhi chiusi, come nel brano "Death Rides a Horse" che per la tanta potenza ad un tratto anch'io ho chiuso gli occhi facendomi trascinare dalle alte frequenze, poi li ho riaperti e mi sono chiesto che cazzo ci faccio qui per dio?
Il live dei Russian Circles si presenta aggressivo, non si ci accorge quasi della notevole tecnicità dei tre, in particolare del batterista una vera belva, ma nonostante ciò la potenza sprigionata dagli amplificatori nei momenti più violenti quasi ovattano il suono di batteria, fracassandoci i timpani.
Dopo un ora e un quarto la band lascia il palco e risale dopo pochi minuti ripartendo da "Memorial" (leggi qui la nostra recensione)che dà il nome al nuovo album, dopo pochi minuti di intro sale sul palco Chelsea Wolf a cantare con loro il pezzo che vede la sua partecipazione anche nell'album, l'atmosfera è ancora completamente buia, provo a scattare una foto ma è impossibile immortalare il featuring, una gradita novità del quinto disco di questa ormai affermata band strumentale. Il live si chiude con "Youngblood" accompagnato questa volta da luci accecanti sparate a tutta, a scuoterci da più di un ora di visione di volti bui e martellate stordenti. Mi avvio a prendere la metro tramortito come se fossi stato preso a cazzotti in faccia e per questo di sicuro non è stato vivere un sogno gratuito, in modo del tutto inconsapevole è stata una bomba atomica per la grazia del mio udito. Grazie Flavio ti devo una birra!
Dopo un ora e un quarto la band lascia il palco e risale dopo pochi minuti ripartendo da "Memorial" (leggi qui la nostra recensione)che dà il nome al nuovo album, dopo pochi minuti di intro sale sul palco Chelsea Wolf a cantare con loro il pezzo che vede la sua partecipazione anche nell'album, l'atmosfera è ancora completamente buia, provo a scattare una foto ma è impossibile immortalare il featuring, una gradita novità del quinto disco di questa ormai affermata band strumentale. Il live si chiude con "Youngblood" accompagnato questa volta da luci accecanti sparate a tutta, a scuoterci da più di un ora di visione di volti bui e martellate stordenti. Mi avvio a prendere la metro tramortito come se fossi stato preso a cazzotti in faccia e per questo di sicuro non è stato vivere un sogno gratuito, in modo del tutto inconsapevole è stata una bomba atomica per la grazia del mio udito. Grazie Flavio ti devo una birra!
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